Friday, October 2, 2009

The Italian Job II

The Cramps: il rock'n'roll come terapia
From "Be Nice To Mommy," an Italian "punkzine," 2003

http://www.benicetomommy.com/cramps_inter.html

I Cramps all'IndipendentCinquantasette anni lui, cinquanta lei. Ed una disperata voglia di andare ancora in giro a far casino. Sempre così, un po' da perdenti, nonostante un nome ed una carriera che autorizzerebbero a pensare a ben altri successi e ben altri palcoscenici. E invece eccoli di nuovo qui a farsi insultare dal pubblico del solito gruppo "molto" punk californiano appena sbarcato su major (ma finiscono tutti così? C'è un copione già scritto?) sullo stage più sbagliato del momento, almeno per loro. Una sorta di deja-vu per chi ebbe l'occasione di vederli più di vent'anni fa aprire i concerti (e beccarsi raffiche di sputi) per i Police in una delle accoppiate più bizzarre della storia. Sting e soci, nel frattempo, sono molto invecchiati e giocano a fare i musicisti seri, fra jazz, tarantelle e comparsate pseudo-sociali, che non so perché, ma quando le fanno i miliardari mi viene sempre l'orticaria. Magari succederà anche ai Rancid, chissà. I Cramps no, i Cramps sono sempre gli stessi e sono tornati.
Rispolverata la loro Vengeance Records, hanno dato alle stampe un nuovo album, "Fiends of Dope Island", e sono partiti per un tour europeo che in Italia, purtroppo, ha toccato solo Bologna all'Indipendent festival. Di scandalo, non ci si crede, ne continuano a dare. Basta farsi un giro per le message board delle decine di webzine o siti "punk" per incontrare un fiorir di commenti di bambini spaventati: "Il cantante è frocio", "Era strafatto", "Cantava malissimo", "Cazzo... si è addirittura spogliato!". Le movenze di Lux Interior sul palco e l'ossessivo psycho-billy della loro musica hanno squarciato il velo di una "scena" un po' omofobica (tanto per cambiare) e degna del circolo delle Suore Benedettine. Chi lo avrebbe mai detto, da due vecchiacci così?

I Cramps all'Indipendent Ma com'è stato tornare in sala dopo tanti anni?
"Come una terapia intensiva", mi rispondono Lux e Ivy, contattati per un rapido scambio di mail prima della loro partenza per il tour. "C'è tanta gente che in studio ci passa la vita, per noi è sempre stato un po' come entrare in ospedale. Beh, insomma... vai lì per farti curare e poi ti senti meglio. Ma non c'è niente di divertente".
Come mai avete riesumato il marchio Vengeance dopo 25 anni e come si è chiusa la vostra esperienza con la Epitaph?
"La Epitaph in America fa schifo. E questo ci è sembrato un ottimo modo per non avere più a che fare con etichette che fanno schifo. Inoltre siamo rientrati in possesso dei diritto dei titoli precedenti".
Nel frattempo ci sono state novità anche nella formazione.
"Beh", risponde Lux, "Drumdini non è nuovo! E' con noi da più di dieci anni, ormai. Quello nuovo è il bassista, Chopper Franlin. Li abbiamo scelti entrambi perché sono dei pericolosi sbandati che sanno cos'è il rock'n'roll. Del resto, il rock'n'roll è sempre stato una cosa pericolosa".

I Cramps all'Indipendent La carriera di Erick Purkisher e Kristy Wallace, i veri nomi di Lux e Ivy, è iniziata piuttosto tardi e prima del sodalizio musicale ci fu senza dubbio quello sessuale. La storia vuole che i due si incontrino nel '72 in California, quando lui dà un passaggio a lei. Ancora insieme, oltre trent'anni dopo. E' più facile stare in una band quando si fa coppia anche nella vita? E' più facile trovare ispirazione per scrivere canzoni?
"Più facile? Più facile di cosa? E' solo facile. Le nostre canzoni possono nascere in milioni di modi diversi e comunque noi siamo sempre stati una coppia rock'n'roll, anche prima di formare una band".
E come vi è venuto in mente il nome del gruppo?
"Cramp è una parola che in slang significa erezione. Ci piaceva qualche cosa che avesse risvolti sessuali, ma in realtà volevamo un nome che assomigliasse a The Kinks".
La svolta arriva con la scena newyorchese e il Cbgb che a quel tempo ospitava i Ramones, ma anche i Television, piuttosto che i Talking Heads e i Blondie. Ai nostri sembrò un'idea vincente proporre il rockabilly nella Grande Mela, dove in effetti questo genere non aveva di sicuro lo stesso appeal che invece mostrava nella provincia. Ed è li che esordiscono, con due chitarristi e... niente basso. Oggi sembra quasi una moda. E i Cramps da parecchio tempo non adottano più questa soluzione un po' radicale. Meglio una band col basso o senza?
"Meglio i Cramps. Noi abbiamo sempre dettato il ritmo. Gli altri sono solo venuti dietro".

I Cramps all'Indipendent Qui in Italia vedervi suonare senza basso di spalla ai Police fu uno shock. E vi siete presi un sacco di insulti. Come fu la tournee?
"Per noi fu una grande esperienza. Ma non abbiamo niente di divertente da raccontare. Sono passati anche troppi anni".
Da parecchio tempo, tuttavia, Lux e Ivy, hanno lasciato New York per far ritorno in California. Come mai questa scelta?
"Volevamo diventare minatori! No... in realtà siamo persone a cui piace starsene per i fatti loro e New York non era semplicemente il posto giusto".
Siete sempre stati innamorati dei vecchi dischi ed avete contribuito alla riscoperta di tanti artisti del passato. Ma c'è qualche gruppo attuale che vi piace ascoltare?
"Possiamo dirti i dischi che abbiamo acquistato di recente: Dexter Romwebber, Hank Williams 3 e Johnny Cash".
Com'è vivere negli Usa al giorno d'oggi? Un sacco di musicisti esprimono parecchio sdegno per l'amministrazione Bush...
"Un sacco di musicisti farebbero meglio a concentrarsi di più sul rock'n'roll".
E i vostri progetti futuri?
"Causare problemi e divertirci... per ancora molto tempo".

Be Nice to Mommy - ottobre 2003
(Le foto dei Cramps all'Indipendent sono di Luigi Bagatella per Pogopop)

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